Opposizione in piazza a Tbilisi - © George Khelashvili/Shutterstock

Opposizione in piazza a Tbilisi - © George Khelashvili/Shutterstock

In Georgia continua il giro di vite contro l'opposizione: molti rappresentanti dei partiti avversi al Sogno georgiano vengono convocati da una controversa commissione parlamentare, mentre altri denunciano abusi delle forze dell'ordine durante la loro detenzione

28/04/2025 -  Marilisa Lorusso

Il Sogno Georgiano (GD) al governo a Tbilisi ha intensificato la repressione dell’opposizione attraverso la commissione d’inchiesta parlamentare che esamina i presunti crimini commessi dall’opposizione, sia quando era al governo che dopo.

Questa iniziativa ha portato alla convocazione e alle successive azioni legali contro diversi importanti leader dell'opposizione, come Badri Japaridze e Mamuka Khazaradze, leader della coalizione Georgia Forte, che sono stati convocati.

Il sindaco di Tbilisi e Segretario Generale del GD, Kakha Kaladze, ha affermato che, pur non ricoprendo incarichi ufficiali, entrambi hanno avuto un coinvolgimento significativo durante il mandato di Saakashvili e dovrebbero rispondere a domande pertinenti.

Mamuka Khazaradze ha liquidato la commissione come illegittima, rifiutandosi di parteciparvi e definendola un “circo”. Khazaradze ha anche evidenziato una campagna diffamatoria quinquennale contro di lui, sottolineando che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accolto in passato una causa da lui intentata per diffamazione.

La commissione ha anche convocato Zurab Japaridze della Coalizione per il Cambiamento, Nika Gvaramia e Nika Melia. Come preannunciato dalla presidente della commissione, il rifiuto di cooperare costituisce un reato.

La procura ha avviato indagini ai sensi dell'articolo 349 del Codice Penale, che punisce il mancato rispetto della richiesta di una commissione parlamentare. Questo reato prevede pene che vanno da multe alla reclusione fino a un anno, oltre a potenziali restrizioni al ricoprire incarichi ufficiali.

Analogamente, Badri Japaridze è stato accusato ai sensi dello stesso articolo per il suo rifiuto di comparire dinanzi alla commissione.

L’opposizione ha criticato collettivamente le azioni della commissione, considerandole tentativi politicamente motivati di reprimere il dissenso. Nika Gvaramia ha dichiarato che la Coalizione per il Cambiamento non avrebbe interagito con quella che considera una commissione illegittima e illegale.

Questa posizione comune è stata ribadita con il lancio della Piattaforma per la resistenza il 31 marzo. L’ex ministro della Difesa Irakli Okruashvili è sotto inchiesta per essersi rifiutato di comparire: gli è stato ordinato di pagare una cauzione di 20mila lari (circa 6300 euro) e gli è stato vietato di lasciare il paese.

Inoltre, la commissione ha deferito alla Procura i leader dell’opposizione Nika Gvaramia, Zurab Japaridze e Givi Targamadze per inadempienza.

Irakli Kupradze, segretario generale della coalizione Georgia Forte ha riferito che due membri della coalizione, Eka Giorgobiani e Tornike Artkmeladze, sono stati convocati dalla procura, ma testimonieranno solo davanti a un giudice istruttore.

Finora l’unico politico nelle fila dell’opposizione che avrebbe vinto seggi parlamentari (ma che sta boicottando il parlamento) che si è presentato è stato Giorgi Gakharia.

Gakharia è stato ministro del Sogno prima di rassegnare le dimissioni e fondare un proprio partito. Davanti alla commissione, il 14 aprile ha dichiarato : “Mi sono sentito in dovere di venire qui. Questo non significa che riconosca la legittimità di questa commissione. Ciò che riconosco è il fatto che, purtroppo, il potere ibrido di questa commissione sta nuocendo ai cittadini georgiani, e devo fare tutto il possibile, ovunque e in qualsiasi momento, per esprimere le mie diverse opinioni".

La sua testimonianza è stata raccolta in relazione al suo operato come ministro degli Interni, quando l’uso di proiettili di gomma ha portato a danni permanenti ai manifestanti durante la rivolta anti Gavrilov nel 2019.

Il caso Khoshtaria

Il 28 marzo 2025 - durante una protesta nei pressi del parlamento - Elene Khoshtaria, leader del partito Droa e figura di spicco della Coalizione per il Cambiamento, è stata arrestata dalla polizia. Il ministero degli Interni ha dichiarato che la sua detenzione era dovuta a disobbedienza a un ordine di un agente di polizia e teppismo.

Dopo il suo rilascio, Khoshtaria ha riferito che durante la sua detenzione è stata sottoposta a trattamenti degradanti, tra cui l’essere ammanettata, spogliata forzatamente da diverse agenti, e picchiata con conseguenti lesioni alla mascella e ai denti.

Ha descritto quanto subito come “un metodo russo di spudorata violazione della dignità umana e violenza fisica contro gli individui”.

Le organizzazioni della società civile hanno condannato fermamente il trattamento subito dalla Khoshtaria. Transparency International Georgia ha definito l’atto disumano e degradante.

Nino Lomjaria, fondatrice dell’European Orbit georgiana ed ex Ombudsperson, ha criticato i media Rustavi 2 e TV Imedi per aver richiesto riprese video della detenzione di Khoshtaria, considerandolo un atto intimidatorio.

Ha sottolineato che, secondo gli standard delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa, il denudare a forza un essere umano equivale a un trattamento degradante e umiliante, e anche in forma parziale spogliare un detenuto richiede una giustificazione e deve essere effettuato senza videosorveglianza.

Queste organizzazioni hanno anche evidenziato episodi simili di maltrattamento di donne detenute alla fine del 2024, indicando un preoccupante schema di violazione della dignità, ed hanno identificato gli agenti Nino Chkhartishvili, Salome Lashkhia e Davit Bolotashvili come coinvolte nel trattamento degradante della Khoshtaria.

Anche la comunità internazionale ha reagito all'incidente: il partito Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa (ALDE) ha condannato l’arresto e il trattamento della Khoshtaria, chiedendone l’immediato rilascio.

Analogamente, il deputato repubblicano statunitense Joe Wilson, sempre molto attivo nel seguire le vicende georgiane, ha criticato la detenzione, definendola un atto illecito.

L’ombudsperson della Georgia ha preso atto delle accuse, affermando la necessità di un’indagine approfondita e imparziale su quanto riportato.

Questo incidente si ascrive in un contesto più ampio di generalizzata repressione che colpisce tanto esponenti politici di spicco, quanto attivisti. Il 17 marzo le autorità georgiane hanno congelato i conti bancari di diverse organizzazioni per i diritti umani, tra cui la Human Rights House Tbilisi e lo Shame Movement.

La procura ha accusato queste organizzazioni di aver sostenuto finanziariamente proteste violente, ma è una mossa ampiamente criticata dagli organismi internazionali per i diritti umani, in quanto considerata un tentativo di reprimere il dissenso e indebolire la società civile.

Intanto continuano i fermi e gli arresti di attivisti e politici. A marzo, sempre della Coalizione per il Cambiamento, Gela Khasaia è stato arrestato nei pressi del parlamento , e poi condannato a 12 giorni di carcerazione preventiva il 16 aprile.

Khasaia era già stato arrestato il 4 dicembre 2024, durante le incursioni nell’ufficio della Coalizione per il Cambiamento, all’epoca insieme a Gvaramia.

Un accanimento che ha lo scopo di sfiancare la resistenza delle forze dell’opposizione e della piazza che continua invece il presidio quotidiano di viale Rustaveli, ormai da circa 150 giorni.


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